La verticale di Chianti Classico Riserva di Castello Monterinaldi dal 1967 al 2009

Grandiosa è la corrispondenza del vino con il proprio territorio. Letture, libri di testo e voci di relatori condensate dentro al calice, riaffiorano da sfumature, dal vortice del movimento e da un sorso ragionato. L’immersione nel Comune di Radda in Chianti attraverso la degustazione di otto annate. Opportunità esemplare per sperimentare una lettura ampia di un territorio, marcato da una serie di trasformazioni temporali e riprodotte in verticale dal 1967 al 2009 di Chianti Classico Riserva di Monterinaldi.

Mezzadri a MonterinaldiGli antichi archivi di Castello Monterinaldi – contenuti rigorosamente in vetro – restituiscono all’animo l’intimo valore delle due vecchie bottiglie, prime in degustazione. Un flashback che punta dritto ai contratti agrari di mezzadria e nel momento stesso in cui ci si chiede dove sia oramai l’altra metà del sudore, si moltiplica il peso delle annate 1967 e 1968 servite al calice. Anni di cambiamento sociale che nell’immediato hanno visto lo spopolamento della campagna e il conseguente abbandono dei terreni. Tempi rigidi come i caratteri climatologici che contrassegnavano l’attuale areale del Chianti Classico mettendo a dura prova i produttori nel raggiungimento della maturazione del Sangiovese che in piena connessione legislativa veniva correttamente affiancato da altre uve a bacca rossa e bianca, comunicando senza alcun dubbio il territorio. Tutte coesistevano, in armonia nel vigneto e negli immediati assemblaggi, con vinificazioni essenziali, a volte senza l’utilizzo del legno come nel caso dell’allora Riserva di Castello Monterinaldi.

Un percorso degustativo contraddistinto da salti temporali didattici, dal 1988 al 1999, per risolvere l’itinerario con i più recenti millesimi 2005, 2007, 2008 e 2009, in cui ogni bottiglia di vino ha saputo raccontare il proprio periodo storico: passando dalle fasi di sperimentazione, alla ricerca di una presa di coscienza, dai primi diradamenti agli assemblaggi ponderati, per approdare alle importanti modifiche che il legislatore ha introdotto nel relativo disciplinare e toccare con mano i diversi stili in fase di vinificazione.

Chianti Classico Riserva 1968 MonterinaldiEspressioni di territorio sotto forma di liquido in grado di rispettare (tutte) l’andamento climatico di ogni annata e i caratteri acido/minerali che definiscono la Radda classica e che su questo spazio si vogliono custodire con la sconvolgente Riserva 1968 di Castello Monterinaldi. Un Chianti Classico di 47 anni – quarantasette – scortato con le dovute ansie fino a Roma direttamente da Fabrizio Benedetti (commerciale) e Mauro Bennati (agronomo ed enologo). Un vino di mezzo secolo in grado di manifestare in fase olfattiva una vitale intensità con tutta l’interezza del frutto – agrume amaro e ciliegia – unita a una componente minerale brillante e un acuto balsamico arricchito da una serie di erbe: il racconto di un sorso di innato equilibrio, vibranti impulsi agrumati ed energiche durezze, per il quale si può tranquillamente spendere il seguente aggettivo: meraviglioso.

 

Roma, il 2 marzo 2015
Francesco Petroli

Note: Grazie a Gianni Ruggiero, titolare del ristorante il Simposio, che ha ospitato l’evento e ad Andrea Petrini organizzatore della verticale che nel seguente link, sul blog Percorsi Di Vino, ha già raccontato con una descrizione completa la fase organolettica della maggior parte dei vini sopra citati: http://percorsidivino.blogspot.it/2014/12/verticale-storica-del-chianti-classico.html . La foto “mezzadri a Monterinaldi” è stata prelevata dal seguente sito: http://castellomonterinaldi.com

 

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