Bonnes Mares 1981 – Domaine Georges Roumier
|Bonnes Mares, campione classe 1981 e sulla casacca uno sponsor di indiscutibile livello: Georges Roumier. Trentatré anni di agilità e arguzia con un tessuto muscolare certamente attenuato dall’età, senza tuttavia denunciare flessione nei movimenti, espressi con esemplare pulizia. La stoffa innata dell’atleta.
A nord di Chambolle la letteratura classica del vigneto non si abbandona a facili entusiasmi. C’è innanzitutto l’esigenza di sfatare il cliché che generalmente raffigura l’intero Comune come interprete della massima espressione di eleganza, là dove il Musigny ruota su Chambolle. Due identità si spartiscono le due distinte anime del comprensorio. Lo si realizza solo successivamente, quando si procede ad analizzare – tenendo conto sempre delle dovute eccezioni – le caratteristiche che la porzione nord del Comune conferisce ai vini e gerarchicamente il riferimento sono i 15,06 ettari del Grand Cru “Bonnes Mares”, di cui una minima parte – di 1,52 ha – sconfina nel territorio di Morey-Saint-Denis.
Profondità, struttura e note olfattive di elevata complessità possono esprimere in maniera del tutto superficiale il profilo dei vini provenienti dai 13,54 ettari in questione. Per definire più adeguatamente tale interpretazione occorre tenere conto della diversificazione che i vari appezzamenti del Cru custodiscono nella loro geologia. Come riportato da Jasper Morris (Inside Burgundy), esiste una sorta di tracciato diagonale che taglia il vigneto in due porzioni, dalla parte inferiore a sud, salendo fino al confine con Morey-Saint-Denis verso nord. Sotto questa linea si definiscono le “Terres Rouges”, con un topsoil di circa 50cm composto da terra argillosa e silicea e un sottosuolo argilloso e calcareo composto da rocce del bathoniano. Sopra sono individuate le “Terres Blanches” con uno strato superficiale meno profondo, piccoli sassi, una presenza di componente argillosa trascurabile e un sottosuolo caratterizzato da marne calcaree ricche di fossili marini.
Il Domaine G. Roumier possiede circa un ettaro e mezzo del Bonnes Mares con parcelle situate in parti uguali sia sui suoli rossastri con viti impiantate nel 1973, 1978 e 1989, sia sulle terre bianche con piante risalenti al 1940, 1985 e 1994. La vinificazione dà vita a due cuvées che nel loro assemblaggio si fondono per esprimere la sintesi del Grand Cru in tutte le sue sfumature, qui assaporate nel millesimo del 1981.
Un vino degustato all’età di ben trentatré anni e frutto di un’annata che non viene definita certamente memorabile in Borgogna, segnata da un’importante gelata a fine aprile e l’immancabile grandine nel mese di luglio. Scarsa sotto il punto di vista produttivo e con una parte delle uve che non sarebbero state raccolte in maturazione ottimale in fase di vendemmia. Eppure resta sorprendente la vitalità del colore scintillante e il fattore emozionale – pur sorreggendo con stregoneria il momento – non influenza l’assoluta autorevolezza e complessità di un bouquet composto da fiori appassiti, note olfattive pepate, di incenso, liquirizia e un illustre agrume amaro ritrovato successivamente al sorso, snello e di scorrevolezza esemplare, straordinariamente energico, con la componente salina che ti fa letteralmente salivare e semplicemente ne vuoi bere ancora.
Roma, il 12 gennaio 2015
Francesco Petroli
Bravo Francesco. E’ sempre straordinario il tuo amore per i vini…
P.S.: Ieri mi sono cancellata da Twitter, come colpo di scena o sono io che sono troppo impulsiva… Vedremo a lungo andare…
Ti invio un caro saluto.
Francesca.
Grazie come sempre Fra. Per la notizia non approfondisco unicamente perchè siamo in pubblico. In ogni caso aggiornami.
Fra
È sempre un grande piacere leggerti, Francesco!
Grazie, fa estremamente piacere Davide!