Trentino Alto Adige – appunti di viaggio: Sebastian Stocker
|Al di là delle grandi cantine cooperative dagli alti numeri (vuoi di ettari vitati, di conferenti, associati, bottiglie prodotte, tipologie di vino, etc…), l’Alto Adige colpisce anche per la scoperta di vere e proprie chicche. Il rovescio della medaglia di Terlano: Stocker Sekt. Stesse origini: Sebastian Stocker, innovatore ed enologo (Kellermeister) della Cantina di Terlano dal 1955, decise di separarsene nel 1993 quando venne rifiutata la sua proposta di arricchire la produzione con vini spumante. Grave errore da parte dell’azienda? Non sta a noi giudicare. I rapporti con la cantina sono tuttora ottimi, Sebastain Stocker è un artigiano, fa parte della storia vivente del posto e forse proprio la sua produzione così esigua (attorno a 7000 bottiglie l’anno) contribuisce ad incrementarne il fascino.
La cantina sembra (ed è) in realtà una normalissima abitazione: nessun cartello o indicazione. Penseremmo di aver sbagliato indirizzo se non lo avessimo letto sull’opuscolo pubblicitario della cantina cooperativa di Terlano. Ci sentiamo accolti come fossimo degli invitati attesi dal figlio di Sebastian, Sigmar, il quale si adopera immediatamente per servirci due calici freschi e una serie di prodotti tipici. Si chiacchiera amabilmente per conoscersi, come tante volte accade tra chi condivide questa passione. Fa la sua comparsa anche Sebastian durante la degustazione: impressionante la sua leggiadria e il sorriso senza tempo. Sembra avere un’aura di eternità.
La nostra degustazione parte dal Brut, passa per il Pas Dosé 2011 e si conclude con un sorso di Riserva del 2007. Il Brut non mi convince, la morbidezza al palato unita al tenore zuccherino leggermente più alto lo rendono meno fresco di quanto mi aspettassi. Il Pas Dosé 2011 è a un altro livello: bocca tonda, bollicine pizzicanti, freschezza adeguata, profumi assolutamente coinvolgenti, ti spinge a berne sempre un sorso in più per godere della diversa evoluzione. La Riserva 2007 è una vera e propria bomba. E’ stata un vero regalo di Sigmar, sopresa dell’ultimo minuto per suggellare la nostra visita. Ammetto di essere arrivata a quel punto in una situazione di stordimento quasi totale a furia di sorseggiare Pas Dosé, ma ho il ricordo distinto di una piacevolezza estrema, complessa e fine, con bollicine più delicate a massaggiare il palato. Da provare assolutamente. Inutile dire che Pas Dosè e Riserva sono stati acquistati immediatamente. Siamo rimasti anche affascinati dalla storia del Terlaner Bianco (weissterlaner), vitigno originario di Terlano, che possiede solo il polline femminile. Necessita per questo di un’impollinazione esterna e di condizioni climatiche adatte per poter fiorire. Non potendo garantire una produzione costante e sicura, si è deciso di proteggere la denominazione Terlano, oggi composta da altri vini tipici del Sudtirolo (Pinot Bianco in primis), ma non la specie. Stocker è uno dei pochi a preservarloa producendone poche centinaie di bottiglie. Gliene erano rimaste tre del 2011. Peccato per chi è passato in cantina dopo di noi.
Roma il 16 settembre 2014
Marta Di Iorio
Nota: la foto di Sebastian Stocker è tratta dal seguente link: https://www.behance.net/sebastianstocker
Ciao Francesco. Complimenti!
E’ Marta che ha scritto! Complimenti!
Eh si! menomale che c’è Marta con le sue tappe in Trentino-Alto Adige 😉