Nuits-Saint-Georges del Domaine Chevillon-Chezeaux: due millesimi a confronto (2012 e 2011)
|La mente è lucida e fresco il ricordo delle impressioni, che inoltre ho trascritto il mese scorso, a proposito del millesimo 2011 del Borgogna rosso di Nuits-Saint-Georges del Domaine Chevillon-Chezeaux (vedi Nuits-Saint-Georges 2011 Domaine Chevillon-Chezeaux). Ho nel calice la raccolta 2012 del medesimo vino e produttore per un confronto altamente stimolante, non soltanto tra due annate, ma anche interiore.
Non è trascorso nemmeno un mese dal quel 4 agosto, ma sono cambiate alcune cose. Come alcuni di voi sapranno in questo breve lasso di tempo ho intrapreso il mio primo viaggio in Borgogna. Ho calpestato Comune per Comune ed è stato commovente vedere con i miei occhi l’autenticità di un territorio che fino a poco tempo prima avevo immaginato divorando libri. Uno di questi, un bene prezioso, l’ho portato con me e ne approfitto quindi per ringraziare Camillo Favaro e Giampaolo Gravina, autori di “Vini e Terre di Borgogna“, ed esprimo gratitudine alla persona che mi ha accompagnato in questo viaggio libro alla mano, sopportando la mia ossessione fino al punto da comporre la colonna sonora dei miei brevi tragitti in automobile con la lettura delle pagine descrittive di ogni Comune: dall’estremo sud della Côte de Beaune fino a intravedere in lontananza la cementificazione di Dijon.
Passeggiando tra i vigneti di Vosne-Romanée ho visto un uomo allestire un tavolo da picnic, sfoderare il calice e una bottiglia di vino: con immensa soddisfazione ingurgitava il suo sogno, quello della Borgogna.
Tuttavia, devo fare i conti con un forte spirito critico, che reputo altamente positivo e in una prospettiva di crescita personale ugualmente coinvolgente. A distanza di giorni coesistono riflessioni quotidiane nel tentativo di decifrare le dinamiche di un territorio che non è “incontaminato”, in cui alcune logiche culturali sono svilite da un mercato altamente viziato. Una serie di insicurezze che di conseguenza mi hanno suggerito di circoscrivere il mio campo di azione per attenuarne le complessità. In piccolo ne emerge anche l’acquisto di una bottiglia di un Domaine che già conoscevo, di cui avevo già ricercato informazioni e che oggi leggo nuovamente nel calice in un’annata diversa, il millesimo 2012.
L’ANNATA 2012 IN BORGOGNA – Andamento climatico delineato da un’invernata mite a cui poi è seguita una primavera fredda e umida culminata con un mese di maggio estivo. Giugno piovoso e fresco e un’estate instabile caratterizzata da forte calore, pioggia, temporali e grandine (devastante quella che ha colpito la Côte de Beaune, con epicentro a Volnay, tra il 30 giugno e il 1° luglio 2012) terminata poi in ripresa con un andamento meteorologico regolare.
Una serie di varianti che nell’arco dei mesi hanno visto avvicendarsi fenomeni di millerandage – quindi una maturazione irregolare dei singoli acini nel grappolo con un rapporto buccia polpa che si traduce in maggiore consistenza nel vino – interventi in difesa di peronospera e oidio, danni ai vigneti causati dalla grandine, che sommati insieme hanno portato a un significativo calo del raccolto senza tuttavia impattare sulla qualità delle uve. La 2012 è pertanto un’annata di estrema contrazione produttiva che la rende rara e di conseguenza preziosa.
Variabili che i palati che contano hanno tradotto nel bicchiere in vini rossi dal colore profondo e consistente in grado di esaltarne l’intensità fruttata e caratterizzati al palato da tannini maturi e setosi che conferiscono equilibrio e armonia al sorso.
NUITS-SAINT-GEORGES 2012 DOMAINE CHEVILLON-CHEZEAUX – Ci eravamo lasciati con un 2011 carnoso, strutturato, probabilmente coerente, sia al naso che al palato, con i descrittori classici che riassumono – in linea del tutto generale – le caratteristiche del Comune in questione. Il 2012 di questo Nuits-Saint-Georges si presenta già in partenza di un colore più scarico. Il naso pulito, svanisce il mirtillo e resta il ribes, c’è un bel mazzo di rose accompagnato da una seducente nota di rossetto rosso. Di struttura apparentemente minore rispetto al 2011, non si ritrova la pienezza al sorso che tuttavia sbalordisce per una fantastica beva in cui la sferzata acida di agrume rosso accompagna con disinvoltura la bevuta, dinamica e accarezzata da una nobile texture tannica, per un finale più che dignitoso. Non ritrovo certamente quella masticabilità di cui avevo parlato per il millesimo 2011 e pur preferendo di gran lunga questo Nuits-Saint-Georges 2012 al vino precedente, devo tuttavia constatare sostanziali contraddizioni sia con la sua adesione alla letturatura classica del territorio, sia con la corrispondenza delle caratteristiche riscontrate in rapporto all’andamento climatico sopra descritto.
Interrogativi che di certo non possono essere risolti con la semplice degustazione di un solo millesimo di Appellation Village e che pertanto non hanno alcuna pretesa, ma unicamente l’intenzione di stimolare la curiosità nel lettore riguardo l’annata 2012 in Borgogna che è tutt’ora in commercio.
RINGRAZIAMENTI – Approfitto di questo post anomalo – che come il vino in oggetto non è in perfetta aderenza di stile rispetto ai precedenti scritti pubblicati su Into the Wine – per ringraziare l’esperto di Borgogna Giancarlo Marino che senza avermi mai visto e sentito, a seguito di una “richiesta di aiuto”, mi ha gentilmente offerto dritte e consigli per affrontare il mio primo viaggio in Côte d’Or. Ringrazio anche Matteo Carlucci con il quale ho trascorso una decina di minuti al telefono per ascoltare le impressioni del suo primo viaggio in Côte d’Or, effettuato nel mese di luglio, del quale possiamo leggere le sue esperienze sul blog Il Taccuvino, come in occasione della interessante visita da Benjamin Leroux (v. Benjamin Leroux idee chiare in Borgogna). Ringrazio, infine, la persona che forse ha reso possibile questo viaggio, anche lui con una telefonata.
Roma, il 1° settembre 2014
Francesco Petroli