La Verticale di Verdicchio di Matelica Mirum Riserva – La Monacesca
|I profumi saldi nel cervello, la memoria attraversa pure il palato e rimbalza in nuance minerali chiare e scure, in tinte infinite, in venature sapide, quelle delle nove annate di Verdicchio di Matelica “Mirum” degustate andando a ritroso dal 2011 al 1994 e con tanto di sorpresa finale: il millesimo 2012 in anteprima.
Nasce come Mirus nel 1988, subito dopo diventa Mirum e così sia. Il succo non cambia, in latino significa in entrambe le varianti “meraviglioso” ed è l’omaggio a Casimiro Cifola, Miro per gli amici. A raccontarlo Aldo Cifola in persona, titolare de La Monacesca. Un uomo schietto, fiero e concreto che non accetta definizioni di genere ma che i pochi fortunati presenti alla verticale hanno comunque sentenziato come in autentico “artigiano del vino”.
Dando sempre la pacata importanza a premi e riconoscimenti, in questo caso è sintomatico segnalare che il Mirum del 1991 è il primo vino bianco delle Marche che ha ottenuto i “tre bicchieri”. Un balzo indietro di circa trenta anni avvalora infatti l’obiettivo ambizioso, perseguito con la certezza di poter far emergere le potenzialità di un territorio con una prospettiva di longevità, fuori dalle logiche dei vini bianchi negli anni ’80.
Campo libero quindi all’espressione di Matelica, altura delle Marche chiusa al mare, con un’esposizione nord/sud e un clima continentale in cui il Verdicchio differenzia in minor quantità, emette meno grappoli, per offrire un estratto di una consistenza ragguardevole, profondità e capacità di evolversi nel tempo. Caratteristiche tutte presenti nel Mirum, che con i suoi due anni di affinamento degustato alla cieca potrebbe far pensare a un impeccabile utilizzo del legno. In realtà vede unicamente acciaio, poi riposa sei mesi in bottiglia prima di essere immesso in commercio per una produzione tra le 15mila e 20mila bottiglie a seconda dell’annata. Il consiglio è di non berlo immediatamente. Se sarete pazienti, nelle giuste annate, il Mirum vi ricompenserà.
LA VERTICALE DI VERDICCHIO DI MATELICA “MIRUM” RISERVA DAL 2012 AL 1994
IN ANTEPRIMA – La Monacesca – Verdicchio di Matelica “Mirum” Riserva 2012 Uscirà in commercio a settembre/ottobre del 2014 e lo diciamo senza indugio: va acquistato. Aldo Cifola racconta che le somme termiche dell’annata 2012 rappresentano una circostanza che a Matelica non si verificava da 50 anni. Pochi i riferimenti quindi anche per La Monacesca, per un naso intenso e costituito da una componente floreale e fruttata che ricorda il lime e la pera fresca. Di fronte a un’acidità totale di 6,2 g/l, la più alta delle nove annate in degustazione, è impossibile non rimarcare come in bocca la struttura sia il sostegno di un equilibrio annunciato, per un Mirum minerale, di cilindrata e sicura longevità.
La Monacesca – Verdicchio di Matelica “Mirum” Riserva 2011: Annata climaticamente bizzarra quella del 2011, con le fasi fenologiche della pianta irregolari a partire da ritardi sulla fioritura, per terminare con una maturazione precoce. Intenso al naso si pronuncia in fiori freschi, piccole margherite e una pungenza di erbe aromatiche che ricorda la maggiorana, sullo sfondo il chiarore della mineralità per un sorso certamente piacevole, che gode di un certo dinamismo, ma dai caratteri atipici, in cui emerge una vibrante freschezza che non va di pari passo con il volume del vino, più sottile e meno intenso di tutti gli altri millesimi in verticale.
La Monacesca – Verdicchio di Matelica “Mirum” Riserva 2010 Annata classica che rivela compiutamente il carattere autentico del Mirum. Si gioca con i descrittori tipici al naso, i fiori di camomilla, la mandorla, una pera matura, l’agrume per arrivare al miele di castagno e infine l’anice. Complessità che ci regalano un sorso netto, sapido, ricco di sapore con grassezza e profondità, un insieme di componenti all’insegna dell’equilibrio. Una grande bottiglia!
La Monacesca – Verdicchio di Matelica “Mirum” Riserva 2007 Annata regolare, con una vendemmia leggermente anticipata rispetto alla norma. Al naso i sentori di un’evoluzione sollecitata ma tutti di accattivante fattura, c’è lo sbuffo degli idrocarburi, profumi scuri e affumicati, note eteree che ricordano lo smalto e una nocciola tostata per un sorso avvolgente, caratterizzato da equilibrio e un finale alle erbe di genziana.
La Monacesca – Verdicchio di Matelica “Mirum” Riserva 2004 Standing ovation per il millesimo 2004 che si esprime certamente in vigoria ma con innata eleganza. Al naso si gioca con i riconoscimenti di frutta secca, la cera d’api e poi note dolci, a tratti sembra un panettone con uva passa, con il Mirum 2004 sembra Natale! Grazia, forza, il volume che avvolge il palato, l’acidità che ricorda l’agrume e la venatura minerale compongono un concerto in armonia.
La Monacesca – Verdicchio di Matelica “Mirum” Riserva 2002 Annata difficile caratterizzata da un agosto con piogge continue e basse temperature, le muffe su alcuni grappoli facevano pensare al peggio. Improvvisamente venti giorni di caldo e vento costanti, alta concentrazione negli acini e ph nella norma per una vendemmia di scarsa quantità ma elevata qualità. Occorre spendere un termine poco tecnico per un naso “affascinante”, etereo, tutto in finezza. C’è la cera d’api, lo zafferano, la felce, la mineralità a bicchiere fermo ricorda il talco. Un’evoluzione inaspettata quindi per un sorso slanciato e “accattivante”, profondo e che ti invita a bere e ne vuoi ancora…
La Monacesca – Verdicchio di Matelica “Mirum” Riserva 2000 Prime fasi fenologiche della pianta regolari, da luglio caldo costante e ad agosto i 40 gradi che hanno comportato una vendemmia anticipata. Il Mirum si esprime al naso con tutti i suoi sentori classici e si differenzia dalle precedenti annate per una minore intensità olfattiva e complessità degli aromi. Ciò che sorprende al palato è la tenuta: a dispetto dei 14 anni di vita questo millesimo regala sensazioni estremamente giovani per un sorso che con un netto coinvolgimento minerale vive di sapidità.
La Monacesca – Verdicchio di Matelica “Mirum” Riserva 1998 Si va indietro nel tempo di 16 anni e tra le particolarità dell’annata c’è da registrare una fioritura ritardata e un lieve ritardo nella maturazione delle uve. Qui a bicchiere fermo c’è il pepe bianco e note polverose, poi sembra di entrare in pasticceria, c’è la crema, una pesca candita e le mandorle tostate. Sorso importante, cremoso e profondo in buon equilibrio con l’acidità e il finale sapido e ammandorlato, per un Mirum nel suo insieme appagante.
La Monacesca – Verdicchio di Matelica “Mirum” Riserva 1994 Bottiglie renane per il Mirum nel lontano 1994, sostituite successivamente soltanto per una questione di gestione in cantina. Sono trascorsi vent’anni ma Aldo Cifola ricorda bene le dinamiche che hanno dato vita a uno dei suoi capolavori e ringrazia innanzitutto la natura, estremamente gentile in quel frangente. Ogni commento è superfluo nel descrivere l’eleganza della fattura degli aromi, la complessità al naso che si presenta nei descrittori classici, qui è di nuovo Natale e il sorso è ricco, dinamico, con impulsi di stupefacente piacevolezza. Tutte le componenti, dure e morbide, sono le luci sull’albero che colorano venti anni di entusiasmo in una rassicurante armonia.
Roma, il 15 luglio 2014
Francesco Petroli
Nota: Si ringrazia Andrea Petrini che ha organizzato la verticale di Mirum presso il ristorante “Al Ceppo” di Roma
Faccio sempre fatica a leggere note di degustazione con troppi sentori in un unico vino,ma devo dire che avendo in più di un’occasione coperto etichette di nazionalità,vitigni e annate diverse a Francesco Petroli non mi stupisce lui abbia riconosciuto tutte queste caratteristiche.Devo dire che questa nuova generazione,di degustatori quindi lo stesso Andrea Petrini, ha una marcia in più rispetto alla vecchia scuola di schede codificate.
Complimenti Francesco!
Gianni
Voglio esprimermi con la tipica eleganza francese: siamo una generazione di cazzoni!
Tuttavia, abbiamo ancora le capacità di rispettare con profonda ammirazione chi questo mestiere lo svolge seriamente, chi diffonde la cultura del vino tramite il contatto fisico e mentale e non attraverso uno spazio virtuale. Quindi preparati perchè presto tornerò e dovrai sottopormi qualche assaggio alla cieca… perchè qui il cameriere, il ristoratore, IL SOMMELIER SEI TU e di conseguenza ti saluto con qualche stralcio delle tue parole:
“…la porta si chiude e si spalanca l’ultima luce della notte, appena prima del giorno che arriva. La frenesia della prestazione, la noia che a volte arriva con la ripetizione, lo stupore di emozionarsi ancora davanti a un cliente… E’ in una notte così, nel disordine delle bottiglie accatastate, delle tovaglie macchiate di presenze appena partite, nel colpo d’occhio della cucina ancora da rigovernare, dei bicchieri un poco tristi con qualche rimasuglio…”
Quello che adoro del mestiere di servire è incontrare persone straordinarie e stasera Carlin Petrini mi ha onorato della sua visita ma prima di lui…..
…..il mitico Francesco Petroli!
troppi complimenti… a questo punto dovrò distruggerti a Texas Hold’em per farti innervosire per bene!
Cosa vuol dire che a Matelica (che però, scusate, non è esattamente un’altura) il Verdicchio “differenzia in minor quantità”?
Grazie in anticipo e saluti
Riccardo Margheri
Mentre scrivevo pensavo alle caratteristiche del territorio di Matelica rispetto alla denominazione dei Castelli di Jesi, che non risiedono particolarmente nella composizione dei terreni, ma proprio nella peculiaritá di essere l’unica vallata nel territorio della Marche chiusa al mare e con esposizione nord/sud (le altre sono aperte verso l’Adriatico con conseguente mitigazione del clima) e quindi un clima continentale, particolare sofferenza per la pianta che differenzia meno gemme a fiore perchè sentendo le escursioni termiche (quelle invernali) viene portata proprio in origine a emettere in seguito meno grappoli. Poi in estate la somma termica è invece quella di una zona calda.
Un saluto e grazie per essere passato da queste parti 🙂
Francesco
Francesco commento perfetto su di un argomento tecnico molto difficile. Differenziazione delle gemme.
Grazie Gianluca 🙂
Articolo davvero ben fatto! Ti aspetto da me! 😉
Grazie Francesco e passo! 😉