Côte de Beaune: installati i generatori antigrandine, si accendono le prime polemiche
|I primi dispositivi antigrandine sono già stati installati a Volnay. Si parla di necessità economica e nella memoria c’è la catastrofe climatica che lo scorso anno ha ridotto del 30% la produzione relativa al millesimo 2013 in Côte de Beaune.
Lo Stato parla di esigenza e tutela: occorre far si che i viticoltori non debbano più avere paura del cielo, quando la natura manifesta la sua potenza sotto forma di grandine.
Quindi l’installazione di una rete di 34 generatori antigrandine per proteggere alcuni Comuni della Côte de Beaune, quelli più soggetti a rischio.
Un provvedimento che, si avvisa, non impedirà al 100% delle grandinate di colpire i vigneti ma che ne ridurrà l’impatto del 50% e tanto basta al momento.
Di che si tratta? Certamente non dei cannoni antigrandine di cui è stato vietato l’utilizzo in Borgogna, ma di generatori muniti di un dispositivo che vaporizza una soluzione di ioduro d’argento fino a 12 mila metri di altezza e la cui funzione è trasformare il ghiaccio in acqua con l’effetto di una pioggia più abbondante.
Gli specialisti dell’Anelfa (Association Nationale d’étude et de lutte contre les fléaux atmosphériques) assicurano che la dispersione di ioduro d’argento nel territorio sarà di mille volte inferiore a quella ammessa dalla normativa. Non mancano, tuttavia, le prime polemiche da parte dei cittadini “con una mano si proteggono le vigne da grandinate nefaste, con l’altra mano si condanna un’intera Regione a subire piogge contaminate“.
Roma, il 17 Giugno 2014
Francesco Petroli
informazione lette su www.bienpublic.com
C’è sempre qualche cosa da sapere in più… Grazie mille.
Un caro saluto.
Francesca.
l’unico vero problema è che servono sola a spendere inutilmente dei soldi. Leggee un po’ di letteratura scientifica (e non pseudo tale) sull’argomento.
Cordialmente
G Veronesi
Ciao Gianfranco, mi pare che i costi siano molto elevati, non ricordo bene la cifra ma una statistica parlava di una media di 11 mila euro per ettaro, almeno per quanto concerne buona parte della Côte de Beaune. Più che per lo spreco economico reputo la notizia inquientante, quando l’ho letta sul sito francese ho pensato a un film di fantascienza con questo timore del cielo e una rete di generatori per fermare la grandine… per non parlare poi dell’impatto ambientale, sará anche minimo come riferiscono, ma c’era proprio bisogno? Non possiamo rispettare il clima di un’annata come si è sempre fatto?
Per quanto riguarda, infine, la lettertura scientifica non credo di avere le competenze per affrontare una lettura seria 😉
Saluti,
Francesco
Un caro saluto a te Fra!
Caro Francesco
innanzitutto mi scuso per gli errori di battitura, ma la tastiera del mio portatile è impazzita. Capisco la tua preoccupazione per l’impatto ambientale dello joduro, fortunatamente, se è vera la condizione del basso consumo (e ci credo perchè altrimenti costerebbe una follia), è altrettanto vero che, col trattamento ben più voluminoso con gli aerei ed i razzi, i riscontri a terra hanno dato esiti inconsistenti. Comunque ciò non toglie che in passato si tentò con meno inquinanti cloruri. Per quanto riguarda i risultati (e le prove, cui partecipai ad Agen in Francia ed in varie zone dell’Italia, datano dai lontani anni 70) se da un lato si è dimostrata la capacità di intervenire sulla dinamica della precipitazione, dall’altra i quantitativi di prodotto sono ingenti, le necessità di informazione (quindi misure, radar, aerei ecc.) sono tali da consentirne solo usi militari ed infine i risultati sono terribili (è statisticamente accertato che due violentissimi temporali con danni ingenti furono favoriti dai trattamenti).
Quindi se i nostri concorrenti francesi (oggi sono in pensione e produco vino in Emilia) vogliono incrementare i loro costi di produzione, buon per loro.
Gianfranco
Beh direi che sei stato esaustivo, grazie per la testimonianza storica e a questo punto buon lavoro in vigna!