Biondi Santi e la svolta modernista: tutto vero?
|Se vi chiedessero di impratichirvi nel gioco delle associazioni mentali, quale immagine comparirebbe di fronte agli occhi di voi wine lovers alla parola “tradizione”? Nessun dubbio: l’etichetta “Biondi Santi”!
Da qui lo stupore col quale un paio di settimane fa ho accolto la notizia di una possibile svolta modernista del Brunello di Montalcino per antonomasia. In un post pubblicato sul web vengono riportate dichiarazioni di Jacopo Biondi Santi concernenti, a partire dalla vendemmia 2013, una revisione del protocollo di raccolta (che punterà ad una maggiore maturità del frutto), l’introduzione di una nuova pressa orizzontale al posto del torchio verticale, l’utilizzo di batteri per velocizzare la malolattica e l’inoculo di lieviti selezionati.
In vista di un viaggio a Montalcino, ho prenotato una visita alla cantina, pronta a chiedere chiarimenti in merito. Di fronte alle storiche botti di inizio ‘900 e a seguito dell’ennesima dichiarazione di assoluta fedeltà alla vinificazione tradizionale e alla ricetta storica tramandata ormai fino alla sesta generazione, mi sono permessa di chiedere: “Ma è vero che dal 2013 tutto questo cambierà?”. La risposta è stata chiara e tempestiva: nessuna modifica! Jacopo continuerà le sue sperimentazioni nella cantina di Montepò che ha dato i natali a vini come il Sassoalloro, posto in degustazione a fine visita dopo il Brunello di annata e contro il quale nulla ha potuto sotto qualsiasi punto di vista, per il suo colore troppo carico e l’approccio gusto-olfattivo assolutamente ordinario.
Sarà mai che la mia domanda sia stata troppo vaga e poco circostanziata? Non paga e ancora in dubbio ho scritto dopo qualche giorno direttamente alla cantina per ulteriore conferma, dettagliando la richiesta con tutti i cambiamenti elencati nel post.
Ha risposto Alessandro Ali, Direttore commerciale della cantina: “le assicuro che nulla è cambiato nei rigidi e blindati sistemi di vinificazione del Greppo”.
Possiamo fidarci? Voci autorevoli direttamente dalla cantina smentiscono. Una cosa è certa: il cambiamento è parte integrante della vita, ma certe cose è bene che non cambino mai.
Roma, 13 Giugno 2014
Marta Di Iorio
Il brunello biondi santi deve rimanere così com’è!!!!!!
Infatti questa è l’unica cosa certa Enzo 😉
ho avuto lo stesso riscontro da Falcone, che c’è stato poco tempo fa, uscendone con non poche perplessità….
Riscontro nel senso che dalla vendemmia 2013 ci sono state effettivamente modifiche o no?
riscontro nel senso che dagli assaggi fatti e dai discorsi sentiti (proprio dal commerciale se non erro) ha intravisto un certo cambiamento in atto, ma mi baso solo sulla sua esternazione su FB..
La storia del Greppo è fatta di spigolosità, complessità, acidità che raccontano grandi uomini del vino come Tancredi e Franco Biondi Santi ed un territorio, dopo un lungo affinamento prima in botte grande e poi in bottiglia. Solo il bisogno di fare cassa potrebbe indurre a stravolgere una filosofia tanto nobile. Ci auguriamo tutti e grazie a te Marta che hai posto una riflessione in merito, che ci si ravveda nonostante” malatempora currunt “e si abbia il coraggio di portare avanti una tradizione che nel caso contrario smetterebbe di emozionare.
…nel mondo del vino, ho conosciuto persone, che hanno fatto enormi danni. In taluni casi distruggendo e vanificando anni e anni di lavoro.
effettivamente l’esperienza ci dice che occorre attendere il riscontro dei fatti e dare meno peso alle parole…