La verticale di Terlaner (Nova Domus) dal 1966 – Cantina Terlano

Vericale Terlaner Rudi kofler e Scrobogna RomaI profumi sono ancora vivi nel naso, predisposti in rampa di lancio schizzano dal cervello per implodere e trasformarsi in quiete, un’atmosfera di meditazione interiore instaurata dal millesimo del 1966 con il quale si è conclusa la verticale di Terlaner tenutasi a Roma il 3 marzo 2014.

Con il fondamentale contributo di Rudi Kofler, l’enologo di Kellerei Terlan, e la conduzione della relatrice Daniela Scrobogna sono state degustate quindici annate a partire dalla bottiglia più giovane targata 2010. Un percorso a ritroso di cinquanta anni per toccare con mano la longevità del Terlaner, oggi Nova Domus, attraverso l’impronta inconfondibile di un territorio e la mano dell’uomo, lo spirito professionale ed il senso di  appartenenza della comunità altoatesina.

Alto Adige

Fondata nel 1893 la Cantina Terlano è la rappresentazione di una viticoltura in stretta armonia con la natura, una dinamica congenita in Sudtirol che valica le informazioni base concernenti gli eventuali trattamenti in vigna, come  ad esempio l’apprezzabile assenza di diserbanti. Qui occorre evidenziare che si cresce a stretto contatto con il paesaggio, ascoltando l’armonia di una cavalcata, condividendo la propria via con i pascoli d’alpeggio, attraverso l’odore di cacao rilasciato dalla Nigritella dopo aver delicatamente sfregato il suo fiore tra le dita,  un sentore floreale che talvolta ritroviamo riportato sulla retro etichetta di alcuni Lagrein.

Cento viticoltori per centocinquanta ettari vitati, poco più di un ettaro a testa, la peculiarità della Cantina Terlano in cui ogni socio può curare al meglio la propria superficie, a partire dall’attenzione che si dedica alle potature a secco ed a quelle verdi per ottenere infine un chilo di uva per ogni pianta, un grappolo per tralcio, che sarà poi vendemmiato rigorosamente a mano. Il resto è tutta opera della natura, evidentemente molto generosa a Terlano,  su colline che vanno dai 200 ai 900 metri di altitudine spicca il timbro minerale dovuto a terreni sabbiosi e porosi di origine vulcanica in cui predominano la roccia rossa porfirica, con frammenti di silicio ed il quarzo ialino che conferiscono ai vini quella tipica nota sapida, la freschezza e la cremosità, il tutto accompagnato da escursioni termiche tra giorno e notte che contribuiscono in modo determinante, nel periodo di maturazione delle uve, alla fissazione degli aromi all’insegna dell’eleganza.

Quindici calici di sconvolgente luminosità per apprezzare l’evoluzione del Terlaner, la longevità di un vino tipico, quello che era semplicemente il vino bianco di Terlano, oggi composto da un blend di uve tradizionali di Pinot Bianco, Chardonnay e Sauvignon blanc che fermentano separatamente in botte grande per essere assemblate dopo un anno. Un tempo vinificato anche con il Riesling ed il Weissterlaner un vitigno autoctono ad oggi coltivato come rarità da alcuni viticoltori come Sebastian Stocker, prezioso ed innovativo Kellermeister della Cantina Terlano dal 1955 al 1993, un pezzo di storia che attualmente lavora in proprio sempre a Terlano.

Batteria Verticale TerlanerQuindici annate, ognuna diversa dall’altra ed occorre ribadire con fermezza che così deve essere, questo è il vino che vogliamo, l’autenticità di un’annata con tutte le sue difficoltà, un’evoluzione che non nasconde le radici, quelle importanti e se abbiamo a disposizione le basi basta un soffio per far si che le emozioni prendano il volo per riportarci dal presente all’annata di origine, come la freschezza, intensa nella cristallizzazione dei suoi profumi, che accompagna il sorso del millesimo 2010, il calore, la frutta più matura, la potenza sapida del Terlaner Nova Domus 2009 per raggiungere con il millesimo 2006 eleganza ed equilibrio che si manifestano in cremosità e verticalità del vino, una traccia in comune su tutti, proprio quella minerale, a volte più chiara, altre volte più scura che si evolve in sentori che ricordano gli idrocarburi in un vino che è un monumento vivente, quello rappresentato dal Ternaler Nova Domus 2004. Leggermente penalizzate da un uso intensivo della barrique le annate in degustazione dal 1998 al 2002, una pratica che evidentemente ha coperto la freschezza e le caratteristiche di questo territorio e che il cantiniere Rudi Kofler ha immediatamente percepito al suo arrivo chiudendo questa breve parentesi con un sapiente ritorno alla tradizione dal 2003. L’era del contenitore da 225 litri che, tuttavia, il Terlaner Nova Domus del 1998 ha di gran lunga sconfitto dando vita ad un eccezionale mix di equilibrio e sensazioni acido sapide di esemplare completezza.

Batteria Terlaner 1966Poi il tuffo nei ricordi del passato, le emozioni, quelle personali che ognuno di noi può catturare come meglio crede e contemplarle di pari passo con il vino. Il Napoli scendeva in campo per iniziare un cammino che avrebbe portato in città il secondo scudetto, in quegli stessi mesi, gli ultimi del 1989, a Terlano si vendemmiava per dar vita al Terlaner, senza Nova Domus, la bottiglia renana di vetro verde, il paesaggio raffigurato in etichetta e quel corredo olfattivo di miele di castagno, la crema al limone, il sambuco e lievi sentori di idrocarburi per un sorso di sconvolgente freschezza e poi un balzo di ulteriori 20 anni per giocare con la mineralità, quella più scura con note affumicate, dove c’è anche la crema del caffè, tanto rispetto per il Terlaner del 1971 di cui al sorso è memorabile la notevole spinta acida pur se distaccata dalla sapidità.

Infine il silenzio per un finale commovente, il Terlaner del 1966, oro caldo di rara luminosità, le sue note eteree, il legno antico, un insieme di erbe officinali e frutta, una mela cotogna, per un bouquet con le sue componenti perfettamente integrate tra loro su uno strato minerale chiaro. L’eleganza ed al sorso l’implosione, la meditazione.

Roma, il 6 marzo 2013
Francesco Petroli

Calici di Terlaner Verticale

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