Il Montepulciano d’Abruzzo di Valentini del 1880 – La verticale storica

palco-verticale-valentini-lauciani-2-La verticale storica di  Montepulciano d’Abruzzo targato Valentini, tenutasi a Roma il 18 dicembre 2013,  è ad oggi senza dubbio il documento per eccellenza che attesta la grandezza di una famiglia,  di un territorio, di uno stile e di un vitigno.

Tre secoli di storia abbracciati attraverso trentuno annate dal 1880 al 2006, un evento unico ed irripetibile guidato e magistralmente descritto dal sommelier Paolo Lauciani. Emozioni allo stato puro che Francesco Paolo Valentini non ha potuto nascondere di fronte al pubblico, ma che ha saputo sostenere con un concreto spessore, un’orchestra di componenti caratteriali morbide e dure che si sono plasmate in perfetto equilibrio, come avviene nei suoi vini. Una saggezza tangibile ed elegante con poche ed incisive parole che esplorano il futuro, quello di suo figlio, Gabriele Valentini, anch’egli presente.

Nei calici pare che il tempo si sia fermato, le botti con cui lavorava il trisavolo di Francesco, Gaetano Valentini, sono in parte le stesse di oggi, come la terra delle vigne di Castelluccio. I lieviti naturalmente presenti sulle bucce e la successiva degenerazione delle pareti cellulari in sentori specifici rappresentano il segno distintivo permanente di uno stile e della cultivar. Un contrassegno che va racchiuso e divulgato tramite l’elogio a quel nettare che ora non c’è più, il millesimo del 1880.

Montepulciano Valentini 1880La celebrazione del Montepulciano d’Abruzzo di Valentini sopravvissuto per 133 anni. Un vino che in principio era custodito in bottiglioni da 15 litri, conservato come si faceva un tempo, con dell’olio di oliva nella parte interna e sigillato da sughero e cera lacca, scampato alle razzie del secondo conflitto mondiale e negli anni ’50 imbottigliato nuovamente da Edoardo Valentini.

Un Montepulciano in purezza stabile e duraturo, basato sull’equilibrio delle sue componenti, quell’armonia scaturita dagli opposti che gli ha consentito di vivere nel tempo, oltre le aspettative. Un risultato straordinario, nonché un concreto spunto di riflessione se consideriamo che a suo tempo la solforosa veniva aggiunta tramite la combustione di dischetti di zolfo che il vino assorbiva in percentuali esigue.

Tolto il tappo il vino ha respirato. Si è trattata di una piccola degassazione, il risultato di una delle centinaia di fermentazioni secondarie che avvengono in un vino vivo nel corso della sua evoluzione. Francesco Paolo Valentini lo ha definitoun soffio di vita.

Montepulciano Valentini del 1880 al caliceIL MONTEPULCIANO D’ABRUZZO DI VALENTINI DEL 1880 – Trascorso più di un secolo risulta sorprendente al calice la limpidezza del vino che si esprime in una calda luminosità di colore ambrato con riflessi oro verde, una gradazione di colori simile a quella di un cognac. Il naso rappresenta la spia di un equilibrio stabile e si pronuncia in una fattura seducente degli aromi, certamente sagomata da sentori ossidativi, ma tutti di stupefacente bellezza in cui si riconoscono profumi che ricordano il legno antico, la frutta secca, le erbe aromatiche, lo zafferano e la crema di caffè, quest’ultimo un sentore tipico dei vini Valentini che deriva dai lieviti autoctoni e consolida l’idea di un unico cammino in continua evoluzione.  Al sorso stupisce la pulizia del vino, un’innata eleganza accompagnata da un’incredibile e perdurante freschezza, una persistenza gusto olfattiva importante che termina con un’accesa spinta di liquirizia, una tendenza che possiamo accogliere e definire gradevolmente amarognola.

Che cosa misera è l’uomo che vive soltanto una minima parte di quanto vive questo nettare cit. Paolo Lauciani.

Roma, il 27 dicembre 2013
Francesco Petroli

Batteria 31 volte Valentini

Valentini al calice

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