Recensione del Rosso di Valtellina 2011 – Doc – ArPePe
C’è un’insolita enoteca a Roma, gestita da due ragazze molto giovani. Sugli scaffali sono esposte poche etichette ricercate con attenzione, tra queste il Rosso della Valtellina 2011 di Ar.Pe.Pe., un’Azienda nota sulla quale avevo letto recensioni e pareri entusiasmanti a proposito dei top di gamma. Procedo quindi con l’acquisto di questo Nebbiolo di montagna, l’unico della linea disponibile in enoteca e una volta a casa apro la bottiglia.
Adoro riempire più volte il calice quando non sono previsti impegni. La mente si predispone ad un lento e piacevole torpore, distensivo nel susseguirsi delle ore, utile per assaporare il vino, conoscerlo e studiarlo.
E di tanto in tanto capita quel sorso capace di far scattare la scintilla.

“SE QUESTO E’ UN BASE” che lotta ad altitudini più basse dei fratelli maggiori, per mezza fama, aggrappato alla roccia su terragne e pendici scoscese, allora è pacificamente un grandissimo base. Figlio della famiglia Pelizzatti Perego e nato casualmente il 2003 nel grembo di avversità climatiche dovute al troppo caldo, con uno sviluppo delle uve che non si prestava ad effettuare i lunghi affinamenti tipici dell’eccellenza prodotta da Ar.Pe.Pe in Valtellina.
Oggi, a dieci anni dalla nascita, il Rosso della Valtellina è parte integrante della realtà vinicola di Ar.Pe.Pe. e le uve di Nebbiolo selezionate provengono dalle viti che si trovano alla minore altitudine dei vigneti di proprietà – dai 300 ai 400 metri – per conferire al vino la sua caratteristica madre che non risiede per l’appunto nei lunghi affinamenti, ma bensì in una macerazione di pochi giorni con vinificazione in grandi botti di legno da 50 ettolitri per circa 9 mesi, per consentire al vino di essere pronto in tempi brevi e a noi di assaporarlo presto.
ROSSO DI VALTELLINA 2011 DOC – AR.PE.PE. – (100% Nebbiolo) rosso rubino tendente al granato, luminosissimo, vitale e con un’elevata trasparenza. Una tenue concentrazione coerente con il territorio, la varietà e la vinificazione effettuata. Al naso si esprime attraverso un profilo di stimolante complessità con profumi delicati in cui si riconoscono sentori fruttati che riconducono ai frutti di bosco, ribes e lamponi, note floreali e spezie che ricordano la cannella e i chiodi di garofano, per terminare con un richiamo balsamico. Sinuoso e piacevole al sorso, si avverte l’importante spalla acida che gli attribuisce una gradevole freschezza, il tannino accarezza il palato e nel finale prevale la componente sapida con un richiamo dei frutti sentiti al naso. Un vino dalla bevibilità eccezionale.
Concordo pienamente sul 2011. Buonissimo soprattutto se si considera appunto che è “un base”, stesso giudizio anche per il 2010, ero sicura di averlo bevuto da poco e infatti ho visto che me lo sono goduto in accompagnamento al manzo all’olio. In enoteca mi dicono esserci il 2012 ora…ne prenoto una bottiglia. A presto!
Qui a Roma non si trova facilmente e da quanto ho capito le bottiglie prodotte non sono molte. Nei prossimi giorni acquisterò le ultime rimaste in una piccola enoteca di Roma che ha ancora il 2011 e poi mi metterò alla ricerca del 2012 (grazie per la dritta). A presto!!
Fai bene, qui in enoteca non c’è più, solo 2012. A presto!