Il Vino Naima di Bruno De Conciliis – Verticale delle annate 1999, 2000, 2004, 2005 e 2006
|“IL GRANDE VINO NASCE DAL TEMPO” con queste parole Bruno De Conciliis parla di un percorso, sorride, ha gli occhi che si illuminano e allietano chi l’ascolta. Superbo dei risultati ottenuti, illuminato da quelli che raggiungerà, il tutto insaporito dall’umiltà e la consapevolezza di aver compiuto egli stesso un’evoluzione simile a quella dei suoi capolavori, per comunicare indirettamente all’interlocutore che anche il grande Vigneron nasce dal tempo.
Non si tratta unicamente dell’Aglianico visto da Bruno, ma della sua essenza che vive e sopravvive nel vino.
VITICOLTORI DE CONCILIIS E NAIMA Appassionato di musica Jazz, tanto da chiamare il vino oggetto di questa recensione, il Naima, proprio come una delle composizioni più celebri del sassofonista John Coltrane, Bruno De Conciliis professa il suo “diversamente Aglianico” nel territorio del Cilento nella zona di Paestum dietro Agropoli.
Lavora su cinque Vecchie Vigne, impiantate fra il 1960 e il 1970, ed ama evidenziare che non si tratta di vigneti costituiti da Aglianico in purezza, esiste infatti un 2% di altre varietà, come Piedirosso e Sciascinoso, che lui ha trovato lì e non ha voluto assolutamente espiantare puntando con fermezza anche sul proprio “terroir”. Su suoli argillosi, calcarei ed in piccola parte composti da arenarie e galestro, De Conciliis seleziona le uve migliori, attuando una resa per ettaro ben più restrittiva rispetto a quella consentita dai disciplinari di riferimento, nel corso degli anni ha smesso di utilizzare il legno nuovo e nella sua continua ricerca, perfino interiore, produce vini che effettuano la propria fermentazione tramite la selezione di lieviti indigeni, tra cui il Naima.
Grazie al prezioso contributo ed all’analisi sensoriale condotta da Daniela Scrobogna, docente ai corsi professionali dell’Associazione Italiana Sommelier, è stato possibile apprezzare e vivere una meravigliosa e coinvolgente verticale delle annate 1999, 2000, 2004, 2005 e 2006 di Naima.
Un percorso dal profilo olfattivo e gustativo diverso da un calice all’altro, con sfumature in comune indice di territorialità. Un’esperienza unica e difficile da trascrivere, dalle grandi annate che Bruno De Conciliis ama definire “di gelso”, ad un’inconsueta eleganza femminile dell’Aglianico e come evidenziato dalla stessa Daniela Scrobogna al termine dell’evento “Quanto sarebbe triste partecipare ad una verticale e trovare, sempre, lo stesso vino nel bicchiere”.
Le annate in degustazione di Naima Paestum IGT – Viticoltori De Conciliis
Naima 1999 – Annata molto fresca, annata inaspettata, annata di gelso, il vino dal colore rubino tendente al granato si presenta al naso elegante con una fattura degli aromi che rasenta l’eccellenza. Si spazia dalle note fruttate di ciliegia matura, alla sensazione di gelso, il floreale è di viola e rosa. Affascinante il lieve sentore affumicato e decisa la nota minerale salmastra, si riscontra un finale balsamico. Al palato abbiamo una lenta e suadente progressione, il sorso attacca con un’incredibile freschezza ed un tannino perfettamente integrato nelle altre componenti, nel finale permane in bocca una nota salina, il richiamo del mare. Un vino di grandissima vitalità da degustare oggi ma anche domani.
Naima 2000 – Annata calda, dal mese di giugno a settembre non cade una goccia d’acqua, tuttavia le radici profonde delle Vecchie Vigne hanno consentito alle uve di arrivare a vendemmia in buone condizioni. Bruno dice che “è come se il caldo congelasse il vino”. Il calice al naso si presenta di un profilo olfattivo diretto sulla frutta matura di visciola, speziato e con sentori di liquirizia. Al palato si riscontra una grande morbidezza protagonista del sorso, con la freschezza in secondo piano si distingue un tannino importante ed una sapidità che richiama in bocca la frutta sentita al naso. Discreta la persistenza, nel vino si identificano le caratteristiche dell’Aglianico. Muscolare da bere oggi.
Naima 2004 – Annata celebrata in tutta Italia e di grande produzione, clima fresco sin dall’inizio. Con una raccolta iniziata in anticipo rispetto alla norma (inizio ottobre), in cantina sono immediate le “botte di ossigeno” e maggiore il numero dei rimontaggi, Bruno De Conciliis, orgoglioso dei risultati, la descrive come una produzione “che va oltre il gelso”. Al calice il vino si presenta con una nota rubino più marcata rispetto al 1999 e 2000. Al naso riemerge la grande eleganza degli aromi, con sentori delicati e sfumature dolci, dalla ciliegia agli agrumi freschi, dal gelso ad una nota ematica, per terminare in un finale mentolato. Al palato si mostra con un impatto composto da una presenza acida imponente che rafforza l’idea dell’agrume, il vino progredisce in bocca, è profondo e nel finale riemerge la sapidità. Il tannino risulta ben lubrificato e sciolto dall’acidità. Un grande vino con potenzialità e lunghezza.
Naima 2005 – Annata fresca, frutto di un travaglio lunghissimo, De Conciliis preannuncia la vendemmia perfetta, tuttavia il vino, dopo la fermentazione malolattica, all’assaggio sembra corto. Bruno non si capacita, non ritiene di aver sbagliato, ne parla anche con l’amico Stefano Grilli e ad oggi non si rassegna. Al naso la 2005 si presenta con un olfatto più ombroso, maschile, le note di liquirizia sono evidenti, gli aromi ricordano la frutta selvatica, poi torba, china e quasi grafite. Al palato l’attacco è potente ed il tannino, di eccellente fattura, prevale sulla buona acidità e sulla sapidità. Il vino si esprime in ogni caso con personalità, una personalità diversa dalla annate di gelso, più statico rispetto alle annate 1999 e 2004 ma più pulito rispetto al 2000. Da degustare nuovamente fra qualche anno, Bruno De Conciliis sulla 2005 non ha perso le speranze, vuole attenderne l’evoluzione per annoverare anche questo tra le grandissime annate.
Naima 2006 – Annata di gelso, annata lineare, annata fresca. Dal colore rubino più compatto rispetto alle altre annate al naso ritorna la dolcezza, rientra la nota balsamica, l’eleganza di questo profilo olfattivo si esprime con un delicato aroma fruttato di ciliegia e spicca inoltre una netta componente floreale. L’impatto al palato conquista con una combinazione sapido tannica. Come per l’annata 1999 la sapidità è sovrana, protagonista, e accompagnata da una buona spalla acida diluisce il tannino nobile e progredisce in bocca richiamando la ciliegia e la vena minerale. Un vino profondo, lungo, che ha soltanto bisogno di affinare in bottiglia. Un capolavoro.
Roma il 15 ottobre 2013
Francesco Petroli
vino ecezionale del Sud di quel Sud che fornivas vin al nord per fare grande i loro vini