Alto Adige – Sudtirol… in viaggio col Vino

foto 5La Suedtiroler  weinstrasse , la strada del vino dell’Alto Adige,  è un grande dipinto su una piccola tela di pochi ettari vitati (5.000 l’intera Regione). Un quadro complesso, ricco di colori, dettagli e sfumature. Accompagnata dal fiume Adige, si disegna di laghi, colline tappezzate di vigneti e questo piccolo paradiso a sua volta è coccolato da una cinta montuosa che protegge l’intera zona dai venti freddi provenienti da nord.

L’unicità e le caratteristiche di questo territorio, le sue escursioni termiche ed i terreni che spaziano dalla roccia di porfido, alla roccia calcarea, dolomitica, di argilla rossa e marna sabbiosa,  si traducono in una fissazione degli aromi pregevole e peculiarità che ci consentono di degustare dal nostro calice prodotti di eccellenza, specialmente per quanto concerne i vitigni a bacca bianca.

foto 6Occorre tuttavia citare Mario Soldati, che riferendosi al Piemonte scrisse “qui ruota tutto attorno al vino, non sono gli abitanti della zona che monopolizzano un loro prodotto. E’ il prodotto della zona che monopolizza i suoi abitanti” e con il massimo amore verso gli incantevoli vini del Piemonte, prenderò in prestito questa frase per sottolineare l’importanza del fattore umano in questa realtà perché le pennellate dell’uomo, che qui si sposa con il vino, sono inequivocabili e tratteggiate sulle colline di una regione ricca di questa cultura a partire dalle prime scuole di enologia nate proprio in Alto Adige. Nei pressi di Bressanone, sono inoltre state ritrovate le botti di legno più antiche della storia del vino, risalenti a 2.500 anni fa.

Grazie all’armonia, l’equilibrio e la fusione che si è sviluppata tra l’uomo ed il vino è possibile immergersi nel territorio e far parte, almeno per qualche giorno di questo legame profondo. Guidare lungo la Weinstrasse dell’Alto Adige è semplicemente emozionante, sembra quasi di percorrere i paesaggi con un sottofondo musicale tratto dalla colonna sonora del film Sideways, un allegro e rilassante brano di Rolfe Kent (http://www.youtube.com/watch?v=kTKvYqb04Sw).

foto 8La passione per il vino vissuta in modo estremo rende l’uomo “deficiente” agli occhi di molti ed in condizioni di lucidità anche un malato di vino lo ammette, tuttavia lo farà con sorriso compiaciuto e sommo orgoglio, inoltre per ritrovarsi in questa condizione atipica non c’è bisogno di alcun calice, sei completamente rimbecillito a prescindere dal fatto che tu abbia bevuto o meno, si tratta di una questione mentale.

In Alto Adige quindi, prestando particolare attenzione al concetto sopra esposto, tutto è amplificato.
Pensi, innanzitutto, che il brecciolino  sotto le ruote dell’automobile  ti  stia dando il benvenuto e per rispettare la “Sacra Cantina”, della quale hai programmato la visita da settimane, occorre scendere con estrema cautela. Vorrai assaporare ogni singolo momento,  ammirare da vicino i filari, osservare quelli che scendono fino al lago di Caldaro, oppure quelli ombreggiati dall’alta collina a Terlano o immensi, sconfinati  e soleggiati a Termeno. Toccare la vite, il grappolo e masticare di nascosto qualche acino da diversi vitigni.

foto 3La scelta è ampia e comprende varie tipologie e filosofie di vinificazione, partendo dallo storico contributo, carico di aneddoti,  di Sebastian Stocker presso la Cantina Terlano (Kellerei Terlan), per passare alla Cantina Hofstatter a Termeno, Lageder a Magrè, altrimenti visitare una grande realtà biodinamica come Manincor a Caldaro oppure le straordinarie Cantine Cooperative come San Michele Appiano ad Appiano e Tramin a Termeno e tanto altro ancora per spaziare in uve di Pinot bianco, Pinot grigio, Schiava, Lagrein, Gewurztraminer, Kerner per passare ai vitigni internazionali come Sauvignon blanc, Chardonnay e Pinot nero o uve bordolesi parte integrante del territorio già dal 1820 grazie al contributo austriaco.

Non è solo la generosità della natura a rendere, quindi, splendide queste zone. L’abilità dei tirolesi fa la differenza: impegno, organizzazione, coesione sociale e senso di appartenenza alla comunità,  consapevolezza del  patrimonio naturalistico di cui dispongono e una forte volontà di rispettarlo e valorizzarlo. Sono principalmente queste caratteristiche che hanno permesso all’Alto Adige di essere sempre ai primi posti nelle classifiche nazionali, ma anche a livello europeo, sia per PIL pro capite che per qualità dei servizi di cui cittadino, ma anche turisti, possono beneficiare.

foto 7Doti immense di marketing e professionalità che emergono con sale da degustazioni simili ad esposizioni di arte, in cui ogni particolare è curato e concepite per accogliere e far respirare al cliente il territorio e la propria filosofia, per trasportarlo in un percorso che culmina con una serie di calici dei quali non si può fare a meno di elogiare il profilo olfattivo e gustativo: elegante, complesso, franco, raffinato o tipico a seconda della varietà di uve che ci si appresta a degustare.

Senza dubbio una Regione, l’Alto Adige, in armonia con il vino.

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Roma il 4 settembre 2013, Francesco Petroli

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